Elettra ha otto anni e gli occhi blu come gigli cresciuti su un pianeta sconosciuto. Nelle sue vene scorre un sangue che la fa diversa dai bambini ridenti e spensierati della sua stessa età, leggero, acquoso, il segno di un’eredità genetica segreta difficile da indovinare. I medici seriosi e spietati di tutto il mondo civilizzato ne sono quantomeno perplessi, si consultano in silenzio, sussurrano imbarazzati, qualcuno sorride smarrito davanti a quegli occhi sgranati e quieti, poi, sempre la stessa scena, la lasciano sola per qualche minuto, mentre il risultato dell’incapacità di capire viene pudicamente comunicato alla bella e dolorante madre, infiocchettato di una tenue speranza, più un debito verso quegli occhi blu che una speranza vera in realtà, ma tant’è.

 

Elettra è figlia di streghe. Non sveleremo qui i molteplici segni che denotano questa appartenenza, di sicuro un giorno indosserà gli orecchini d’oro simbolo della sua casta, un cerchio che racchiude tre altri cerchi, ciascuno di grandezza diversa, il rapporto dei raggi essendo stato calcolato per sempre secondo numeri pitagorici, segreti, in modo che il tintinnìo generato dal riso e dal sussulto dei seni che si trasmette fino al collo, si svolga secondo armoniche incommensurabili, a scacciare l’orrore della sovrapposizione, del ritorno, dei cicli, del ricordo. Del ricordo del fuoco insomma.

 

Elettra, oggi, dopo l’ennesima dimostrazione di impotenza della scienza senz’anima delle particelle elementari, ha ricevuto un dono. La madre, strega come lei, dolorante e bella, da sempre nutre con cure amorevoli la curiosità di quegli occhi blu verso tutto ciò che è: il cielo, le stelle, le parole, gli uomini, il dolore. La madre, che la sentiva ridere sommessa mentre ancora era appena un’idea racchiusa nel suo grembo, oggi le ha fatto un dono:

– Ti mostrerò le stelle Elettra –

– Ti voglio bene mamma –

solo due sorrisi e un silenzio dopo, non c’è mai bisogno d’altro fra loro.

 

Elettra è ferma immobile al centro del planetario ora, senza fiato, gli occhi spalancati si riempiono della luce nera del cosmo e delle stelle, una simulazione d’accordo, ma questa non è una storia cartesiana, e se c’è uno scopo nelle parole, nel narrare, quello è di farci vacillare. Per cui. Una simulazione, d’accordo, ma dell’infinito. Per questo Elettra è senza fiato. Se non fosse così buio potreste vedere lo stupore sul suo volto solo un po’ più pallido del solito, un sorriso consapevole nel riconoscere le rotte arcane che uniscono le costellazioni, di tutte le mille volte che le ha tracciate a memoria sugli atlanti stellari di carta, le mani a indicare con un sussurro le stelle più belle, Aldebaran la rossa, Betelgeuse, e poi lì, anche nel nero assoluto,  dove la simulazione non arriva, la vedreste additare alla madre l’assenza di una stella cara, dal nome antico e impronunciabile.

 

Elettra è assorta, si gode il suo dono.

 

Quasi sussulta, Elettra, quando la madre, ancora più bella così adornata di buio, le si accosta piano e con dolcezza le dice:

– Vuoi un’altra Storia adesso, piccola mia ? –

 

Elettra è incantata in attesa davanti al Narratore, ora. Il gigantesco simulatore olografico è una sfera di plexiglass all’interno della quale gli scienziati-bambini della NASA riescono a far avvenire il Cosmo, la Creazione, la Fine, la danza delle Stelle Doppie, il lento consumarsi dell’idrogeno azzurro, tutto in una vertigine di luci per gli spettatori-bambini. Il mistero spiegato, a colori, da una voce suadente.

 

La storia che la strega madre ha scelto per Elettra è quella delle sonde spaziali gemelle Voyager. E mentre dal buio nulla della sfera sorgono le prime sfolgoranti immagini dei due mostri alieni di metallo, che ruotano, si mostrano, scintillano d’orgoglio, la voce suadente del Narratore inizia la sua storia. Come in questi casi succede, il primo passo della conoscenza del mistero svelato è la timeline della missione, la storia del viaggio:

 

1977

20 Agosto. La sonda Voyager 2 viene lanciata dal Kennedy Space  Flight Center.

5 Settembre. La sonda Voyager 1 viene lanciata dal Kennedy Space  Flight Center.                    

5 settembre. Voyager 1  invia la sua prima fotografia della Terra e della Luna.

 

– C’era una volta, piccola mia –

Elettra conosce già il modo in cui la madre le parla, senza suoni, è il modo in cui le streghe si tramandano la Conoscenza, un atto d’amore muto al mondo, protettivo, custode. Elettra ascolta.

 

1979

5 Marzo. Voyager 1 raggiunge la sua minima distanza da Giove.

9 Luglio. Voyager 2 è alla minima distanza da Giove. Quattro mesi dopo la sonda gemella.

 

– Non si nasce mai soli, piccolo amore, guardale, guarda le sorelle scintillanti d’oro che si preparano al grande viaggio, guarda –

 

1980

12 Novembre. Voyager 1 abbandona Saturno.

12 Novembre. Voyager 1 inizia il suo viaggio fuori dal Sistema Solare.

1981

25 Agosto. Voyager 2 sorvola Saturno.

 

Elettra ascolta e guarda. Nella sfera dove tutto avviene, scintilla e ruota un modello del Sistema Solare, i pianeti le lune, e poi, straordinario, una scia abbagliante, la traiettoria delle due sonde, la traccia del viaggio, che si dispiega lenta e obbediente per assecondare le spinte dei pianeti, le leggi esatte del pensiero.

 

– E ogni vita, ogni viaggio lascia un’orma d’oro e di fuoco nel mondo, piccola, ricordalo, guarderai e ti lascerai guardare, passeranno e ti lascerai passare, attraverserai e ti lascerai attraversare, guarda, guarda quella scia, guarda le due sorelle che ancora intrecciano il gioco, bambine, guarda.-

 

1982

La Deep Space Network sostituisce le due antenne d’ascolto da 26 metri con due antenne da 34 metri.

 

– Ascolterai, piccola mia, è così difficile attraverso le distanze degli uomini, ascolterai tutto, col cuore, col sangue, con gli occhi chiusi e le mani protese, ascolterai il buio, gli smarrimenti, le speranze, le esitazioni, ascolterai, e lo farai con gioia. Le distanze e gli abissi, e di questo la tua anima, piccola mia, crescerà.-

 

1986
24 Gennaio. Voyager 2 incontra Urano per la prima volta nella storia dei voli spaziali.
24 Gennaio. Deep Space Network inizia ad espandere le antenne portandole a 70 metri.
1987
Voyager 2 “osserva” la Supernova 1987A.
1988
Voyager2 invia la prima foto a colori di Nettuno.
1989
25 Agosto. Voyager 2 è la prima sonda ad incontrare Nettuno.
 

– Giocano, mamma, guarda! –

– Si, piccola mia. –

 
1989
25 Agosto. Voyager 2 inizia il suo viaggio fuori del Sistema Solare, al disotto del piano dell’eclittica.
 

Elettra sussulta forte, ora. Sgrana gli occhi mentre le traiettorie delle sonde, lentamente iniziano a svelare il gioco crudele architettato dagli scienziati-bambini,  chi guardasse dentro alla palla piena di luci ora resterebbe facilmente senza fiato nel vedere le due traiettorie inarcarsi, uno scarto brusco, doloroso, come sempre quando interviene la Verità, il cammino delle gemelle si fa divergente ora, questo Elettra vede dentro ai suoi occhi blu impossibili. La separazione, il tuffo spietato all’infinito, verso lo spazio vuoto, per sempre. Per sempre separate.

 

Elettra e le sue lacrime azzurre ora. Aspetta la voce, dentro, della strega madre. E la madre attende. La Conoscenza richiede un passo di Consapevolezza, lei lo sa e quindi attende.

 

– E’ un addio madre ? –

 

– Questo è l’addio, piccola mia. Guardalo, ti prego. –

 
1990
1 Gennaio. Ha inizio la Missione Interstellare Voyager.
14 Febbraio. Le ultime immagini inviate. Un ritratto del Sistema Solare.
1998
17 Febbraio. Voyager 1 “sorpassa” Pioneer 10 e diventa il più distante oggetto volante terrestre nello Spazio.
 

La timeline finisce qui. Come questa storia breve. Elettra ha fatto un piccolo passo. Un giorno imparerà gli inganni della coscienza che gli uomini pongono a barriera del mistero impossibile da sopportare che ogni – addio – rappresenta. Un inganno ancora una volta cartesiano: ogni corpo celeste si muove della sua propria Energia, e di questa energia vive e si nutre, le traiettorie interstellari risultano funzione esatta di questa spinta iniziale, e possono essere chiuse, ellittiche, o aperte, iperboliche o paraboliche, tutto dipende quindi dal mistero della Nascita, dalla sua forza iniziale, dall’impulso, dalla spinta, quindi dall’Amore. Che, come sappiamo, ha sede più in alto che non la Verità. Quindi, a consolazione, da questo mistero iniziale è possibile ipotizzare che un giorno le due gemelle Voyager si incontreranno ancora, essendo legate per sempre dal mistero della Nascita. E’ solo una possibilità, è il mistero delle comete.

Per questo il mondo è pieno di uomini piccoli che scrutano il Cielo.

 

 

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